Ha fatto clamore il licenziamento in tronco di un dirigente Apple che, intervistato ad un raduno d'auto d'epoca, ha scherzosamente rivelato che, nel tempo libero, colleziona auto di lusso e... palpa le ragazze formose.
La scure del mainstream (leggi anche politically correct negli USA o neoliberismo in Italia) ha scatenato l'ira del Web e dei Social facendo rimbalzare la notizia in ogni angolo del globo.
Per una battuta, tra l'altro fatta con in fianco una ragazza visibilmente divertita dal suo humor, ha perso il posto in Apple. Come se, al mondo di oggi, se hai esperienza, ma ogni tanto ti lasci andare, sei screditabile peggio di uno che ruba tecnologie sul lavoro. Specie in Apple che, della massima riservatezza del segreto industriale, è maestra nel mondo.
Insomma, per l'ennesima volta, la faccia di un Brand è più importante della qualità del lavoro di un dipendente: cosa penseranno "gli altri", del nostro marchio? Cosa diranno di noi se vogliamo mostrarci come un'azienda inclusiva per tutti se, poi, un collaboratore nel suo tempo libero preferisce allungare le mani solo sulle donne prosperose? E tutte le altre? Acciderbolina... rischiamo di non essere inclusivi. O tutte o nessuna. O, forse, il dirigente doveva aggiungere qualche altra buona intenzione proponendosi di tastare qualche membro delle comunità omosessuali o qualche disabile?
Ironia a parte, si tratta sempre di comportamenti tenuti fuori dall'ambiente di lavoro e, alla faccia della privacy, nemmeno fosse un politico o una figura di spicco che in ogni istante della sua giornata può essere accusabile di qualcosa, è stato linciato mediaticamente.
Credo che tanti italiani siano d'accordo che un dipendente non debba essere licenziato per come passa il suo tempo fuori dall'orario lavorativo. Perché non danneggia l'azienda, soprattutto quando il suo ruolo è progettare dispositivi elettronici e non di essere, così per dire, a capo di un'associazione antisessismo. E poi essere sessista.
Apple, che a malapena concede la parola a 4 / 5 manager alle sue presentazioni, di questo signore non ci ha mai mostrato il volto. Chi è? Chi l'ha mai visto?
Una cosa è certa: ora l'ha reso famoso.
Non è la prima volta che personaggi più o meno famosi fanno notizia negli States per via dei propri commenti contro questo o quell’argomento.
West è da tempo al centro di polemiche contro la religione ebraica. E non c’è settimana che passi durante la quale uno dei suoi numerosi sponsor, dai servizi di musica in streaming al brand sportivo Adidas, non faccia un passo indietro chiudendo il proprio contratto milionario col cantante.
In italia cosa succederebbe se i social all’unisono si sollevassero contro l’opinione di qualcuno?
Iniziamo col ricordare che la Costituzione, all'Articolo 21, mette le cose in chiaro:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure."
Nel Belpaese, infatti, viviamo come gli americani finché si tratta d'indossare felpe, sneackers e mangiare nelle catene di hamburger d'oltreoceano. Punto. Non viviamo e non ragioniamo come negli USA.
Eppure, queste notizie ci toccano lo stesso da vicino se pensiamo che, come negli States e nel resto del mondo, anziché rispettare tutte le idee altrui ascoltandole e, se diverse dalle nostra, lasciar correre, preferiamo affidarci alla rabbia ed attaccare chi la pensa diversamente.
L'italiano medio, infatti, ha bisogno di fare gruppo in ogni ambito, per sentirsi forte.
Assistiamo a sfoghi collettivi ovunque anche in Patria, tanto che ormai non ci facciamo più caso: nel mondo del calcio quando un rigore è dubbio ma viene concesso ugualmente, il tifo avversario esplode contro l’arbitro accusandolo di favorire la squadra avversaria. Oppure, in politica: quando, sotto elezioni, alcuni partiti / onorevoli migrano da sinistra a destra o viceversa.
Gli arbitri diventano disoccupati se valutano male un’azione? E i politici perdono il lavoro se cambiano partito?
Ci si mette a litigare anche in piazza: i negozianti che chiudevano durante la pandemia contro lo Stato, che ha concesso “briciole” di contributi ai ristoratori per un anno di stop; gli agricoltori che subiscono le calamità naturali sempre più di frequente; l'adozione per le coppie omosessuali; le mamme del regno animale che vedono strappati i loro figli dall’uomo che se ne vuole cibare (da quando gli animali hanno sentimenti e intelligenza così umani?); gli antifascisti che hanno bisogno che torni "quel fascismo scomparso da decine di anni" per arrabbiarsi, come se il presente costellato di politici corrotti e di lobby della finanza e delle industrie farmaceutiche libere di arricchirsi sulla nostra pelle (e salute) non fosse abbastanza... fino ai più recenti scioperi dei controllori dei mezzi pubblici aggrediti sempre più spesso da persone in preda alla rabbia e al grido di: «Qui comando io e tu non sei nessuno per dirmi che devo pagare il biglietto!»
Siamo nella più totale autogestione...
Questi sono argomenti più seri per alzare la voce. E c’indignamo più dei fatti che subiamo che delle tante parole al vento riportate (spesso per fare notizia!) dai giornalisti.
In Italia gli argomenti seri dovrebbero essere:
I magistrati tenuti a far rispettare la libertà di espressione (senza che sfoci nella volgarità o nell’odio verso gli altri) riempiono forse i tribunali di veri criminali o di loro antagonisti seduti in politica?
E, i giudici, perché scarcerano colpevoli certi in quattro e quattr’otto?
I commissari super pagati per la gestione delle infrastrutture e della ricostruzione nelle zone terremotate perché ci mettono tanto a cominciare i lavori? Per lo stesso motivo per cui non decolla da anni un piano per il dissesto idrogeologico?
Costa meno chiedere sovvenzioni all’Europa per ricostruire una zona alluvionata che mettere in sicurezza le opere che già ci sono e che, nella maggior parte degli eventi climatici, funzionerebbe meglio?
Perché mancano così tanti medici negli ospedali e nelle ATS?
Perché non ci sono soldi per ambulanze, barelle, riscaldamento in molte strutture?
E vogliamo parlare della scuola?
Mai sentito dire che chi rema contro il Sistema, quindi contro tutti noi, rallentando ulteriormente i nostri rapporti giudiziari o con lo Stato, perde l’occupazione. Si può lavorare per anni, senza accuse di frode o altro, senza vedersi riconsegnato il libretto di lavoro.
[Ora mi devo dilungare con una questione di culture diverse che mi circonda. E che scrivo perché reputo essere un argomento che passa sotto silenzio ma che è più importante della battuta di un dirigente Apple spiritoso]
Poi, certo, sarà solo il mio punto di vista, ma a volte ci facciamo prendere un po’ la mano: andiamo a rappresentare in piazza perfino fedeli di altre religioni che... non partecipano ai cortei organizzati per i loro stessi interessi. E non provate a farlo notare che non si presentano a manifestare per i diritti di tutti. Famiglie vengono in Italia per far lavorare i mariti mentre le mogli dormono e mangiano tutto il giorno chiuse in casa mentre vediamo i loro figli liberi di fare la qualsiasi in casa o negli spazi comuni. Senza la minima volontà d’integrarsi. No! Non fateglielo notare che le Leggi italiane vanno rispettate: potreste esser tacciati di razzismo. Idem se chiedete a qualcuno di loro, ma pure a molti italiani o cittadini dell’area dell’India, di abbassare la voce in treno o in autobus, vi zittiranno. Rispetto e cortesia siano sempre più difficili da trovare.
Però è così: lo sa bene chi ha attorno a sé queste realtà. Non aspettatevi nemmeno di vederli in corteo per le famiglie tradizionali (visto come la pensano nel mondo islamico degli omosessuali), o laddove si tenga viva la memoria contro gli assassini nazisti o al museo per ammirare qualsiasi cosa del nostro patrimonio. Non è permesso dalla cultura dei Paesi da cui provengono.
Invece, se in quelle terre, per l'ennesima volta, una ragazza viene uccisa per come porta il velo, la folla esplode nelle piazze. Anche nel nostro Paese. Offende la morale, dicono, è indecente agli occhi della religione etc etc... è sbagliato giustiziarla, ma dal nostro punto di vista, di gente aperta mentalmente. Anche in altri Paesi del sud est asiatico le donne vengono continuamente picchiate, uccise. Insieme ai bambini. Ma, finché non si riuscirà a dare diritto di parola anche a loro, potremo solo assistere increduli a ciò che avviene. Al massimo protestare nelle nostre piazze, appunto, tagliarci una ciocca di capelli e, mossi dal nostro cervello o sull’onda emotiva scatenata dal pensiero unico, schierarci contro tale atto. È la nostra memoria storica che ce lo chiede: siamo stanchi di essere costretti ad umiliarci e subire ideologie antilibertine da sempre. Questa è la nostra cultura. La nostra identità. Quindi non staremo zitti, visto che abbiamo libertà di opinione, per denunciare il no alla violenza.
A differenza dell'italiano medio che vuole gridare contro tutto e tutti, invece, i cittadini di quelle terre vogliono: casa e supermercato a due passi. Punto. Sono schivi nel parlare, non voglio integrarsi nei modi / linguaggio / cibo. Solo parlarne, ahimè, spesso ci fa sentire colpevoli di mancanza di rispetto.
[Era qui che volevo arrivare]
Non solo non gli neghiamo di abitare in mezzo a noi, ma gli permettiamo di avere un lavoro, anziché toglierglielo come fanno gli statunitensi.
Ripeto: in Italia abbiamo libertà di opinione. Non siamo gli USA. Siamo una comunità più aperta.
Parlare senza offendere, non è ancora reato. Non è giusto essere licenziati per una battuta. Altrimenti, per motivi più seri, ci sarebbero migliaia di licenziamenti giornalieri.
Anche lo Stato, andrebbe richiamato per bullismo di molti suoi rappresentanti: provate a lamentarvi se in molti quartieri di medie / grandi città gli stessi di sopra hanno più influenze nel mondo dello spaccio che vengono lasciati liberi di fare, peggio che nelle roccaforti del sud del Paese, dove la polizia non può entrare o finisce male.
(Ah già... la polizia non può nemmeno picchiare chi molesta, figuriamoci entrare in una casa a colpire un gruppo di spacciatori, di mafiosi, di sfruttatori delle donne in ambito di prostituzione).
La polizia, ad esempio: fa spesso multe per mettere i puntini sulle “i” ai cittadini fermati in strada come la guardia di finanza sanziona i negozianti sommersi da norme che cambiano continuamente. E devono studiarle, continuamente, pagare i corsi e vivere nella paura di un controllo fatto da ufficiali che vogliono dar loro la multa a tutti i costi.
I legislatori perdono forse il lavoro per l’ansia che provocano verso chi cerca di vivere in regola? E si tiene aggiornato? E rischia comunque di restare indietro in qualcosa?
Qualche episodio di bullismo offerto dalle Forze dell’Ordine arriva perfino al TG o sui giornali. Ma quanti sono stati esautorati, piuttosto che trasferiti lontano dai riflettori, per aver macchiato l’onore della divisa?
E, i delinquenti che arrestano, perché non sono trattati come "delinquenti"? I telegiornali, infatti, filtrano con dei pixel giganti le manette indossate da queste rispettabili persone perché presunti colpevoli. Ah, quanti immigrati scappati dalla guerra (quella vera!) dall'Albania o dall'Est Europa stiamo facendo ridere con questa nostra paura di “dire le cose apertamente, in tv come nei social”. O buonismo, chiamatelo come volete. Spesso li sento dire: «Al mio Paese, se ti hanno ricercato e catturato, non hanno paura a dirlo!»
Forse ci siamo così ammorbiditi anche di fronte a vicende violente?
In Usa perdi il posto di lavoro, in Italia pare un reato pensare male di chi… ha commesso un reato.
Più passano gli anni e più le libertà diminuiscono: ce ne accorgiamo guardando indietro.
Pensate proprio alle nostre numerose forme d'arte: oggi Manara potrebbe disegnare una vignetta così classista / sessista?
Nel frattempo, per “rispetto” di milioni di fedeli cristiani, il Papa e il Clero diventano…
… Figure associabili alla violenza e alla guerra.
E nessuno protesta di non esagerare con questi accostamenti.
Anche nel mondo letterario / cinematografico abbiamo due casi eccelsi di trame che sfiorano il vilipendio: quella dei libri di Dan Brown, che prova ad intrecciare i rapporti tra Chiesa, massoneria e illuminati. E quella del controverso film L’ultima tentazione di Cristo, nel quale viene inscenata la mancata crocifissione di Gesù e l’inizio di una vita in famiglia…
Scelte artistiche fatte solo per istigare la gente a parlare di queste opere?
Forse sì, ma nessuno ci ha perso il posto di lavoro: non è successo all’epoca né succederebbe oggi, in Italia.
Sempre con un’occhio rivolto al passato, che fine farebbero i film goliardici se passassero sotto la censura del pensiero unico?
Istigazione alla violenza per futili motivi?
Anche Bud e Terence finirebbero per essere censurati perché ritenuti cruenti?
Certo, non c'erano spargimenti di sangue nelle loro commedie. Ma risolvere le dispute con le botte, a qualcuno, potrebbe dare fastidio.
La comicità di oggi, infatti, non segue più quegli schemi.
È cambiato il punto di vista: della censura, dei critici, degli spettatori.
Questo è il mainstream del pensiero unico: cambiare ogni tipologia di prospettiva verso una sola.
E pensare che, ancora più indietro nel tempo, la situazione era peggiore. L'immagine della donna la rappresentava ancora più denigrata:
La donna poteva essere maltrattata.
La donna doveva essere perfetta, procace.
E l'uomo adulato: Da tutte.
Come oggi vive lo stereotipo della donna “magra come un grissino”:
Non esisteva la “guerra” a questi stereotipi.
Oggi, invece, ho come l’impressione che gli spot siano fatti… per fare polemica così da regalare più visibilità al prodotto pubblicizzato parlando dei doppi sensi presenti in una pubblicità anziché al beneficio / qualità del marchio.
Se, ai giorni nostri, sempre più persone notano prodotti fotocopia del mondo passato e... scelgono di rivedere / rileggere gli originali, è sicuramente perché a molti prodotti odierni, che vogliono parlare e rappresentare tutti anche se ci sarà solo uno spettatore categorizzato da uno spot o un film, manca l'anima. Manca un messaggio chiaro, anche rivolto a pochi, ma detto senza peli sulla lingua.
La globalizzazione, il neoliberismo, il mainstream etc etc... stanno fallendo perché non siamo tutti uguali. Siamo tante anime. E dovremmo parlare e rispettarci. Convivere anziché farci la guerra e azzerarci, se diversi.