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domenica 9 luglio 2023

Un altro tassello si aggiunge all’amministrazione digitale italiana.

La carta d’identità elettronica è richiedibile da anni al proprio Comune al costo di 16,79€ e fornendo una foto tessera cartacea e il codice fiscale / tessera sanitaria,


Oltre alle proprie generalità, si potranno abbinare altre informazioni sensibili quali, ad esempio, le impronte digitali e la disponibilità a donare gli organi.



A che scopo possedere un documento digitale anziché il preistorico cartaceo o il più moderno tesserino?

In tutti gli ambiti che richiedono lo SPID, ad esempio, è possibile velocizzare gli accessi col documento digitale. Dal fascicolo sanitario elettronico al proprio profilo dell’INPS, la carta d’identità CIE è la soluzione per non dover reimpostare password dello SPID troppo spesso.

Al di fuori dei servizi prettamente burocratici anche numerose strutture alberghiere accettano il check-in tramite la CIE. Musei e perfino gestori di bike-sharing permettono di abilitare pagamenti elettronici collegati alla propria identità digitale.

Casomai dimenticaste a casa anche il portafogli, potreste ritrovare i vostri documenti facilmente sul telefono.

Lo Stato, purtroppo, non ha ancora dato il via libera all’inserimento di CEI, scansione della patente e tessera sanitaria nei Wallet di iOS e AndroidOS. Ma chissà che presto qualcosa cambi…


Richiedi qui la carta d’identità elettronica:


https://www.cartaidentita.interno.gov.it/richiedi/rilascio-e-rinnovo-in-italia/ 




Dopo anni d’attesa, un altro tassello si aggiunge alla nostra vita digitale: è ora attivabile la casella elettronica certificata (PEC), anche gratuitamente, per sbrigare molte questioni burocratiche.

Infatti, apprendere che ogni amministrazione pubblica potrà scambiare info coi cittadini tramite la Posta Elettronica, previa registrazione del proprio account nel registro INAD, rappresenta un altro passo verso la digitalizzazione della burocrazia.


Come cambia la nostra interazione con lo Stato, usando una PEC?

Per esempio potremo ricevere una cartella esattoriale, una multa (può capitare di riceverne, noh?!?Come può capitare che il famigerato tagliando verde giunga in ritardo o non venga addirittura recapitato).

Oppure, grazie alla PEC, si potranno ricevere dei documenti legali.

Mentre avvocati e medici, per fare un esempio, possiedono già questo strumento da anni, la registrazione di tutti i cittadini consentirà di restare in contatto in modo protetto. E più veloce che via raccomandata.



Se siete interessati alla sola ricezione di documentazione da parte dello Stato, o avvisi a cui non serve che diate risposta, consiglio di registrare un account qui:


https://www.namirial.it/pec-gratuita-spidmail/


E di collegare la vostra PEC al registro INAD qui


https://domiciliodigitale.gov.it/dgit/home/public/#!/home

Due gadget tecnologici che potrebbero non interessare a nessuno (uno sarà marcato Apple!)

Le multinazionali sono impazzite o hanno una sfera di cristallo che gli anticipa ciò che vorremo avere molto prima di saperlo?




Dyson, che sembra non saper più dove inserire il suo motore super aspirante, ha spostato l’attenzione dall’aspirapolvere casalinga alle… cuffie Bluetooth.


All’interno di un accessorio da montare di fronte alla bocca (non è previsto contatto, tranquilli!) ci sarà un sistema che soffierà aria “pulita” nelle nostre narici.

L’aria entrerà dai padiglioni delle cuffie, attraverso i i coni traforati, e verrà ripulita da micropolveri casalinghe e urbane, da polline etc etc… prima di essere rilasciata dalla maschera agganciata magneticamente davanti alla nostra bocca.

I motori dell’apperecchio, promette l’azienda, non disturberanno l’ascolto della musica con un continuo ronzio né con alcun tipo di vibrazione.




Sarà un prodotto utile visti i tempi di oggi? A me sembra più vicino ad instaurare la fobia che qualsiasi respiro facciamo sia pericoloso, a meno di non usare questi apparecchi.


Sembra l’elmo di Kyashan,



Un anime molto famoso trasmesso in Italia ad inizio anni ‘80.




Apple ha presentato un visore di realtà virtuale con caratteristiche tecnologiche impensabili per i concorrenti. Ma che non risolve il vero problema di questi dispositivi: il distacco dal resto del mondo.

Con un tocco di furbizia ingegneristica, infatti, il visore avrà un display esterno che simulerà i nostri occhi dopo averli scansionati in fase di registrazione, così da aiutare le persone attorno a noi ad interfacciarsi con loro mentre, in verità, la nostra mentre sarà IMMERSA altrove.

Furbizia ingegneristica, ripeto, perché la realtà virtuale (e in parte quella aumentata) escludono l’utente dal mondo che lo circonda.



Infatti, mentre indosseremo il visore, invece, potremo lavorare con scrivanie stile Mac fluttuanti, fare videochiamate,



Vedere un film in modo immersivo:


Sulla carta tutto molto futuristico:



Ma, come nel caso delle cuffie di Dyson, il dispositivo è molto appariscente, ingombrante.

E ha bisogno di una batteria esterna per funzionare. Costerà più di 3000 €.


Non sono sicuro che molti posti di lavoro si adegueranno a questo modo di lavorare isolando i dipendenti ancora di più di oggi.

E nemmeno in ambito famigliare, dove un solo componente per volta potrà usare il visore contrariamente a quanto permettono un MacBook o un iPad, credo che sarà un successo. A meno che non si viva già lontani dalla “realtà”, dalla vita insieme, dalle chiacchiere, dalle risate…




Non siamo pronti a noi a prodotti così o queste aziende sono avanti anni luce?